Il disegno di legge estende il diritto al matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso.
Allo stesso tempo, il Parlamento conceder alle coppie lesbiche il libero accesso alla donazione di sperma. Oggi vi possono accedere solo le coppie sposate con problemi di infecondità. Con la ridefinizione del concetto di «infecondità», da «sterilità» a «desiderio insoddisfatto/ diritto di avere figli», si apre il campo ad un ampio uso discutibile della medicina riproduttiva.
Gli effetti di una assenza de facto del padre, combinata con il solo diritto di conoscere la propria identità biologica, possono creare problemi di identità ai bambini. Con il cambiamento della legge, questi diventeranno per altro la norma giuridica. Di regola, il bambino si troverà confrontato con una brutale realtà: al compimento della maggiore età potrà sì conoscere il nome del padre biologico, mentre quest’ultimo potrebbe non volere sapere nulla di lui.
I bambini hanno diritto a un padre e a una madre. Nel caso di donazione di sperma a favore di coppie dello stesso sesso deliberatamente si esclude per legge il padre del bambino. Addirittura, si stralcia il «sorgere della filiazione» dal Codice Civile (Art. 252).
Secondo la Costituzione federale, le tecniche di procreazione assistita possono essere applicate solo quando non vi sono altri modi per curare l’infecondità (art. 119 cpv. 2 lett. c). L’infecondità è un termine medico ed è definito dall‘ OMS. In sostanza, nelle coppie dello stesso sesso o in persone sole non vi sono a priori problemi di infecondità. Di conseguenza, la ridefinizione di infecondità in «desiderio insoddisfatto/diritto di avere figli» è incostituzionale e apre la strada ad ulteriori richieste molto discutibili.
L’accesso alla donazione di sperma per le sole donne lesbiche crea, ai sensi dell‘ art. 8 della Costituzione federale, una discriminazione tra donne lesbiche e uomini gay. Per eliminare questa discriminazione, si dovrebbero legalizzare la donazione di ovuli a favore di uomini omosessuali e il discutibile utilizzo della maternità surrogata.